Giornata mondiale delle epatiti

Oggi, in occasione della Giornata Mondiale delle epatiti, ho intervistato il prof. Salvatore Sutti, professore associato di Patologia Generale e Immunologia del Dipartimento di Scienze della Salute (DISS),Università degli Studi del Piemonte Orientale. Attualmente la sua attività di ricerca è focalizzata sullo studio dei meccanismi cellulari e molecolari alla base delle risposte infiammatorie croniche, che guidano la transizione dalla epatite su base metabolica (MASLD) allo sviluppo del carcinoma epatocellulare.

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uesta è la quinta intervista della rubrica “DIsSaperi: interviste con i ricercatori del Dipartimento di Scienze della Salute (DISS)”, in cui le/i nostre/i ricercatrici/ricercatori approfondiscono argomenti scientifici, in occasione delle giornate mondiali su tematiche legate alla salute.

Salvatore Sutti è professore associato di Patologia Generale e Immunologia presso Università del Piemonte Orientale (UPO) e si occupa da circa un ventennio degli aspetti scientifici riguardanti le patologie infiammatorie epatiche. Attualmente la sua attività di ricerca è focalizzata sullo studio dei meccanismi cellulari e molecolari alla base delle risposte infiammatorie croniche, che guidano la transizione dalla epatite su base metabolica (MASLD) allo sviluppo del carcinoma epatocellulare (HCC).

 Professore quali sono i principali tipi di epatite e come si trasmettono?

Le cause dell’epatite sono molteplici. Esistono epatiti di origine virale, causate appunto da virus con un tropismo epatico, ovvero una predilezione per l’infezione del fegato. Tra queste possiamo annoverare:

  • Epatite A (HAV): il contagio avviene tramite trasmissione oro-fecale, cioè attraverso il consumo di acqua o cibi contaminati o in presenza di scarsa igiene personale.
  • Epatite E (HEV): simile all’epatite A, si trasmette anch’essa per via oro-fecale e provoca generalmente una sintomatologia acuta.
  • Epatite B (HBV): si trasmette per via parenterale, cioè tramite contatto accidentale con sangue infetto (trasfusioni, aghi, siringhe contaminate), ma anche per via sessuale (rapporti non protetti) e attraverso la trasmissione verticale, ovvero dalla madre al figlio durante gravidanza, parto o allattamento.
  • Epatite D (HDV): è strettamente connessa all’HBV, poiché il virus HDV infetta quasi esclusivamente soggetti già infettati da HBV, aggravandone spesso il quadro clinico.
  • Epatite C (HCV): si trasmette prevalentemente per via parenterale, anche se può diffondersi tramite via sessuale e trasmissione verticale.

Esistono poi malattie genetiche a trasmissione eredo-familiare che possono causare epatite, come:

  • Emocromatosi: una condizione caratterizzata da un’alterazione del metabolismo del ferro che porta a un suo accumulo progressivo nell’organismo e nel fegato.
  • Morbo di Wilson: caratterizzato dall’accumulo di rame nel fegato, che, come il ferro, provoca danni epatici e infiammazione cronica.

Ci sono inoltre forme di epatite non trasmissibili, legate a disfunzioni del sistema immunitario che attacca erroneamente le cellule epatiche causando la loro morte; questa forma è chiamata epatite autoimmune.

L’epatite può anche derivare dall’assunzione di farmaci molto comuni, come il paracetamolo a dosi elevate, o di sostanze ad uso voluttuario, come l’alcol.

Infine, una forma emergente di epatite si manifesta nel contesto della sindrome metabolica, una condizione caratterizzata da obesità, dislipidemia e diabete mellito di tipo II, che provoca un accumulo progressivo di trigliceridi nelle cellule del fegato, causando la morte cellulare e infiammazione cronica, che sono alla base della cosiddetta malattia da fegato grasso (MASLD, metabolic dysfunction–associated steatotic liver disease).

Quali misure concrete può adottare una persona per prevenire l’epatite nella vita quotidiana?

Per prevenire l’epatite nella vita quotidiana, è possibile adottare diverse misure concrete, a seconda del tipo di epatite. Nel caso delle epatiti A e B è importante vaccinarsi, soprattutto in caso di viaggi in paesi a rischio, se si lavora in ambito sanitario o con bambini, oppure se si hanno comportamenti a rischio (ad esempio, uso di droghe per via endovenosa o rapporti sessuali non protetti). Per quanto attiene l’epatite C, attualmente non esiste un vaccino; la prevenzione si basa quindi su strategie volte a evitare il contagio. A tal proposito, è importante maneggiare con cura aghi e siringhe dopo l’uso, evitare la condivisione di rasoi, spazzolini da denti o altri oggetti personali che possono venire a contatto con il sangue. Inoltre, bisogna assicurarsi che aghi, strumenti per tatuaggi o piercing siano sempre sterilizzati e monouso. È buona prassi usare il profilattico, soprattutto con partner occasionali. Effettuare test periodici per sé e per il/la partner, in particolare se si hanno più partner sessuali o si è a rischio. Effettuare test di screening se si è nati in paesi ad alta prevalenza, se si ha una storia di trasfusioni prima degli anni ’90 o altri fattori di rischio. In caso di gravidanza, è importante eseguire lo screening per l’epatite B e C per proteggere il neonato. Evitare l’uso di droghe per via iniettiva, poiché rappresentano una delle principali vie di trasmissione per epatite B e C. Per evitare invece le epatiti non trasmissibili bisognerebbe sempre assumere farmaci sotto controllo medico, rispettando dosi, tempi e modalità di somministrazione, evitando l’automedicazione. Limitare o eliminare del tutto il consumo di bevande alcoliche. Tenere sotto controllo il peso corporeo e la circonferenza vita; eseguire, su prescrizione medica, esami del sangue periodici per monitorare parametri fondamentali quali glicemia, emoglobina glicata, quadro lipidico e marcatori di danno epatico.

In che modo uno stile di vita sano può contribuire alla salute del fegato e alla prevenzione delle malattie epatiche?

Adottare uno stile di vita sano rappresenta un elemento fondamentale per la protezione del fegato, in quanto consente di ridurre i fattori di rischio, supportare i processi metabolici e contenere l’infiammazione cronica. Le buone abitudini quotidiane costituiscono la prima linea di difesa contro numerose patologie epatiche, le quali sono spesso asintomatiche fino a stadi avanzati della malattia. In tale contesto, una dieta equilibrata e bilanciata riveste un ruolo essenziale nel mantenimento delle funzioni epatiche. La riduzione dell’assunzione di grassi saturi e zuccheri raffinati contribuisce in modo significativo alla prevenzione dell’accumulo di lipidi a livello epatico. L’inclusione nella dieta quotidiana di frutta, verdura e cereali integrali, alimenti ricchi di fibre, vitamine e antiossidanti, favorisce i processi di detossificazione del fegato. Gli alimenti contenenti acidi grassi omega-3, come il pesce azzurro, le noci e i semi di lino, esercitano un’azione antinfiammatoria e migliorano la sensibilità insulinica, contribuendo ulteriormente alla salute epatica.

Parallelamente, l’attività fisica regolare apporta molteplici benefici, tra cui: il miglioramento del metabolismo lipidico e la conseguente riduzione dell’accumulo di grasso nel fegato; la diminuzione dell’insulino-resistenza, uno dei principali fattori eziopatogenetici della steatosi epatica; il mantenimento di un peso corporeo adeguato, elemento cruciale nella prevenzione delle malattie epatiche. È importante sottolineare, infatti, che il sovrappeso e l’obesità rappresentano fattori di rischio rilevanti per lo sviluppo di patologie epatiche croniche. Pertanto, anche una modesta riduzione del peso corporeo (pari al 5–10%) può determinare un miglioramento clinico significativo della funzionalità epatica. Infine, si ribadisce che una corretta alimentazione, associata a una costante attività fisica, risulta, altresì, fondamentale nel supporto alla gestione delle epatiti virali, contribuendo al miglioramento della qualità della vita e all’efficacia delle eventuali terapie.

Per approfondimenti:

Usuda D, Kaneoka Y, Ono R, Kato M, Sugawara Y, Shimizu R, Inami T, Nakajima E, Tsuge S, Sakurai R, Kawai K, Matsubara S, Tanaka R, Suzuki M, Shimozawa S, Hotchi Y, Osugi I, Katou R, Ito S, Mishima K, Kondo A, Mizuno K, Takami H, Komatsu T, Nomura T, Sugita M. Current perspectives of viral hepatitis. World J Gastroenterol. 2024 May 14;30(18):2402-2417. doi: 10.3748/wjg.v30.i18.2402. PMID: 38764770; PMCID: PMC11099385.

Ivancovsky Wajcman D, Byrne CJ, Dillon JF, Brennan PN, Villota-Rivas M, Younossi ZM, Allen AM, Crespo J, Gerber LH, Lazarus JV. A narrative review of lifestyle management guidelines for metabolic dysfunction-associated steatotic liver disease. Hepatology. 2024 Aug 15. doi: 10.1097/HEP.0000000000001058. Epub ahead of print. PMID: 39167567.

 Giuseppe Cappellano

Per il logo credito a Francesca Oltolina

In foto Salvatore Sutti

 

 

 

 

 

 

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