Maggio, il mese della prevenzione sul melanoma

Il mese di maggio, in tutta Europa, è dedicato alla prevenzione del melanoma cutaneo e di altri tumori della pelle. In particolare, il 24 maggio si porrà l’accento sulla prevenzione e sulla diagnosi precoce del melanoma, considerato la forma più aggressiva di tumore cutaneo.
Oggi ho intervistato la professoressa Paola Savoia, ordinario di Malattie Cutanee e Veneree del Dipartimento di Scienze della Salute (DISS); è Direttore della SCDU di Dermatologia dell’AOU Maggiore della Carità di Novara e della Scuola di Specializzazione in Dermatologia e Venereologia dell’Università del Piemonte Orientale. Le sue principali linee di ricerca riguardano i fenomeni di danno cutaneo fotoindotto e le possibili strategie di prevenzione, le terapie innovative per il trattamento delle neoplasie cutanee e il ruolo del microbiota nelle patologie cutanee infiammatorie croniche.
Nel corso del mese si terranno diversi incontri di sensibilizzazione per informare il pubblico sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce. La SCDU di Dermatologia di Novara aderisce alla campagna “Save your Skin”, promossa dalla SiDeMaST – società italiana di Dermatologia, con l’obiettivo di promuovere la prevenzione e la diagnosi precoce del melanoma, offrendo il 21 e il 23 maggio consulenze gratuite per il controllo dei nei; maggiori dettagli sulla campagna e indicazioni sulle modalità di prenotazione sono disponibili al link: https://www.sidemast.org/blog/save-your-skin-2025.
Questa è la quarta intervista della rubrica “DIsSaperi: interviste con i ricercatori del Dipartimento di Scienze della Salute (DISS)”, in cui le/i nostre/i ricercatrici/ricercatori approfondiscono argomenti scientifici, in occasione delle giornate mondiali su tematiche legate alla salute.
Professoressa, ogni anno il mese di maggio è dedicato alla prevenzione del melanoma: perché è così importante parlarne proprio oggi?
Il melanoma è il tumore cutaneo caratterizzato dalla prognosi peggiore, e per questa ragione le azioni di prevenzione primaria e secondaria sono fondamentali. Si tratta di un tumore la cui incidenza è in continuo aumento, e che al momento è al 5° posto per numero di nuove diagnosi in entrambi i sessi, con poco meno di 13.000 nuovi casi diagnosticati nel 2024 in Italia. Si tratta anche di uno dei tumori più comuni nei giovani, ed è il terzo tumore più frequente in entrambi i sessi sotto i 50 anni.
Il rischio di sviluppare un melanoma dipende da una combinazione di fattori genetici, fenotipici e ambientali. I soggetti a maggior rischio hanno cute e capelli chiari, facilità ad ustionarsi in caso di esposizione al sole ed un numero elevato di nevi melanocitari. Il principale fattore di rischio ambientale è invece rappresentato dall’esposizione al sole, in particolare se questa avviene in giovane età e in maniera intermittente, cioè concentrata in brevi periodi dell’anno. Anche l’esposizione a fonti UV artificiali, quali lettini e lampade abbronzanti, rappresenta un importante fattore di rischio per lo sviluppo di questa neoplasia.
Quali sono i segnali da non sottovalutare quando si parla di melanoma e quanto conta la diagnosi precoce?
Nonostante gli enormi, recenti progressi in ambito terapeutico, la prognosi della malattia avanzata è a tutt’oggi sfavorevole, e pertanto è fondamentale l’identificazione e l’asportazione precoce delle lesioni cutanee sospette. Il melanoma può insorgere su qualunque area cutanea, con una predilezione per gli arti inferiori nelle donne e per il dorso negli uomini, e si presenta in genere come una macchia pigmentata di forma e colore irregolari, con tendenza progressiva all’accrescimento. L’acronimo ABCDE (Asimmetria, Bordi e Colore irregolari, Diametro superiore a 5 mm con tendenza all’accrescimento, Evoluzione) è un utile supporto per l’identificazione delle lesioni pigmentate con caratteristiche di sospetto che sono meritevoli di una valutazione specialistica. Occorre ricordare anche che talvolta il melanoma può non essere pigmentato, e che possono essere coinvolte anche le mucose e la congiuntiva. Il prurito, il dolore e il sanguinamento sono sintomi aspecifici, poco utili ai fini della diagnosi precoce. È invece fortemente sospetta qualunque lesione di nuova insorgenza o tendente alla modificazione e all’accrescimento in un soggetto adulto, che deve essere sottoposta alla valutazione dello specialista dermatologo e, su indicazione dello stesso, all’asportazione chirurgica, in modo da consentirne l’esame istopatologico. Il trattamento chirurgico rappresenta la terapia di elezione per il melanoma in fase iniziale, che ha ottime probabilità di guarigione. Le lesioni asportate tardivamente e di spessore elevato hanno invece un rischio molto elevato di disseminazione metastatica tramite la via linfatica o il circolo ematico, con una prognosi significativamente peggiore.
Quali strumenti sono oggi a disposizione dei cittadini per la prevenzione
Uno degli aspetti fondamentali nella prevenzione primaria del melanoma, e in generale dei tumori cutanei, è rappresentato dalla corretta fotoprotezione. È indispensabile l’utilizzo di filtri solari ad elevato fattore di protezione (FP50+) non soltanto al mare o in montagna, ma anche durante tutte le attività lavorative o ricreative che si svolgono all’aperto. Per un utilizzo corretto, la crema solare va applicata almeno mezz’ora prima dell’esposizione, e l’applicazione ripetuta ogni 2-3 ore. È buona norma anche utilizzare indumenti protettivi, (prediligendo i tessuti a trama fitta ed i colori scuri), cappello e occhiali da sole, e cercare riparo all’ombra quando possibile.
Per quanto riguarda invece la prevenzione secondaria, sono indispensabili l’autoesame periodico della cute e controlli clinici periodici (indicativamente ogni 6-12 mesi) da parte dello specialista; quest’ultimo si può avvalere di strumenti come il dermatoscopio e il videodermatoscopio, che consentono l’osservazione in vivo di caratteristiche microscopiche delle lesioni pigmentate, non visibili ad occhio nudo, e permettono di migliorare l’accuratezza diagnostica.
Giuseppe Cappellano
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Per il logo credito a Francesca Oltolina
In foto Paola Savoia
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Dipartimento di Scienze della Salute – Università del Piemonte Orientale
Via Solaroli, 17 – 28100, Novara
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