Giornata Mondiale della Salute

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Oggi, in occasione della Giornata Mondiale della Salute, ho intervistato la Dott.ssa Barbara Azzimonti ricercatore confermato e professore aggregato di Microbiologia e Microbiologia clinica (MEDS-03A) del Dipartimento di Scienze della Salute (DISS), UPO.
Questa è la terza intervista della rubrica “DIsSaperi: interviste con i ricercatori del Dipartimento di Scienze della Salute (DISS)”, in cui le/i nostre/i ricercatrici/ricercatori approfondiscono argomenti scientifici, in occasione delle giornate mondiali su tematiche legate alla salute.
Dott.ssa Azzimonti, potrebbe spiegarci in parole semplici cos’è il microbiota intestinale e perché è così importante per la nostra salute?
Il microbiota intestinale è un ecosistema complesso, costituito da trilioni di microorganismi (batteri, virus, funghi/miceti e protozoi) tra i quali si annoverano principalmente Streptococcus spp. e Lactobacillus spp. (entrambi appartenenti al Phylum dei Bacillota) nell’intestino tenue, e Bacillota, Bacteroidetes, fagi e Candida spp. nel colon. Questi microrganismi colonizzano i diversi tratti dell’intestino in base ad un gradiente di acidità e ossigeno che essi stessi contribuiscono a regolare. Il microbiota intestinale può essere considerato un vero e proprio meta-organo biodiverso e dinamico dove si intrecciano complesse e coordinate interazioni tra i microrganismi stessi e tra i microrganismi e le cellule dell’ospite, estendendosi anche a quelle del sistema immunitario. I batteri comunicano tra di loro attraverso il quorum sensing, un sistema
integrato di molecole segnale che permette alle comunità batteriche di autoregolarsi. I batteri interagiscono anche con i funghi attraverso meccanismi di simbiosi intra-kingdom e allo stesso modo i virus (fagi e micovirus) comunicano rispettivamente con i batteri e con i funghi, influenzando reciprocamente la propria crescita, le proprie funzioni e quelle dell’ospite.
In un sistema microbico in equilibrio (definito eubiosi) i microrganismi regolano tantissime caratteristiche fisiologiche fondamentali, quali i processi digestivi e metabolici che generano
acidi grassi a catena corta, forniscono energia alle cellule intestinali, mantengono l’equilibrio immunitario, supportano la produzione di vitamine essenziali come la K e quelle del gruppo B, competono per spazio e nutrienti, difendono da patogeni primari e opportunisti e contribuiscono al mantenimento dell’integrità di barriera intestinale. Non da ultimo il microbiota intestinale è in collegamento bidirezionale con tutti gli organi del corpo umano, compreso il cervello, attraverso l’ormai conosciuto asse intestino-cervello,
influenzando l’umore e il benessere mentale.
In che modo il microbiota intestinale può influenzare il nostro stato d’animo e il rischio di depressione?
I batteri intestinali sono in grado di produrre numerosi neurotrasmettitori che influenzano l’umore, il rilassamento e il piacere quali la serotonina, il GABA (acido gamma amino
butirrico) e la dopamina. In un microbiota equilibrato e biodiverso questi neurotrasmettitori giocano un ruolo fondamentale nel mantenimento di un buono stato di salute mentale.
Purtroppo, in condizioni di disbiosi, ovvero di squilibrio del microbiota intestinale, si altera la normale comunicazione tra intestino e cervello portando all’instaurarsi di fenomeni di
infiammazione cronica. Questi sintomi sono spesso associati alla sindrome dell’intestino “permeabile” (leaky gut), che facilita il passaggio nel torrente circolatorio di tossine, scarti
metabolici e batteri che raggiungono diversi organi, tra i quali il cervello, causando fenomeni di neuroinfiammazione, mediata da molecole come l’IL-6 e il TNF-alfa. Il fenomeno della neuroinfaimmazione è caratteristico di molte patologie di pertinenza neuropsichiatrica, come l’ansia e la depressione, ma anche l’autismo, il Parkinson e l’Alzheimer per citarne alcune. In questo contesto il nervo vago ha un ruolo chiave, in quanto funge da facilitatore della comunicazione tra microbiota intestinale, intestino, sistema immunitario e cervello. Inoltre, secondo la letteratura più recente, i microrganismi intestinali, il plesso enterico e il sistema nervoso centrale si regolano reciprocamente. Da un lato, inoltre, le secrezioni dei microrganismi intestinali entrando nel torrente circolatorio
attraverso l’epitelio intestinale, agiscono direttamente sul cervello attraverso la barriera ematoencefalica. Dall’altro il sistema nervoso centrale influisce sulla composizione del microbiota intestinale modulando la motilità intestinale, la secrezione di ormoni e la
produzione di acido, bicarbonato e muco. Nel contesto della depressione proprio i Phyla dominanti a livello intestinale sembrano
essere quelli più alterati, gli stessi associati alla sindrome del leaky gut. Allo stato attuale, nonostante sia ormai consolidata l’influenza del microbioma intestinale sull’asse intestino-cervello,
sono invece ancora poco esplorate le interazioni dirette tra batteri e cellule cerebrali, soprattutto in termini di scambio bidirezionale di informazioni.
Quali sono le migliori strategie per mantenere un microbiota intestinale in equilibrio e in salute?
L’esposoma è un concetto comprensivo che rappresenta la totalità delle esposizioni ambientali che un individuo incontra nella vita. Comprende tutti i fattori non genetici che possono influenzare il benessere, interagendo con le predisposizioni genetiche per
modellare le risposte fisiologiche e gli esiti sulla salute. Le abitudini alimentari costituiscono una parte significativa dell’esposoma e possono avere un’influenza rilevante su varie condizioni di salute, comprese le malattie infiammatorie, come la depressione. In questo
contesto, l’alimentazione interagisce con altri elementi dell’esposoma, influenzando l’eubiosi, la risposta immunitaria, lo stato infiammatorio e la suscettibilità complessiva alla depressione. La relazione tra dieta e depressione è particolarmente significativa, poiché le abitudini alimentari possono modulare l’equilibrio del microbiota intestinale, l’infiammazione e i
disturbi psichiatrici. La cosiddetta western diet (WD), caratterizzata da una alimentazione ultra-processata, che predilige il consumo di cibi altamente lavorati, contenenti zuccheri raffinati semplici e complessi, grassi, sale, conservanti, emulsionanti e basse quantità di fibre, ha effetti profondi sul microbiota intestinale, riducendo la diversità batterica intestinale, favorendo la crescita e la virulenza di specie potenzialmente patogene, e quindi sulla salute mentale.
Per la salvaguardia del benessere intestinale e cerebrale è dunque consigliabile:
– assumere una dieta ricca di fibre e alimenti prebiotici freschi, magari anche fermentati (con la dovuta cautela), ottimo nutrimento per i batteri intestinali che producono acidi grassi a corta catena;
– ridurre al massimo zuccheri raffinati, sia semplici che complessi
– limitare, nei limiti del possibile, l’utilizzo di cortisonici e anche di antibiotici. Questi ultimi, oltre a contribuire al fenomeno dell’antibiotico resistenza, sono essi stessi promotori di disbiosi;
– evitare l’esposizione a profumazioni chimiche artificiali. Le fragranze chimiche presenti in detersivi, detergenti, profumi e altri prodotti di consumo, spesso contengono composti volatili che, oltre a influire negativamente sul microbiota e sul sistema immunitario, possono contribuire a fenomeni di infiammazione cronica sistemici, favorendo l’insorgere di molti disturbi come la depressione;
– avvalersi di specifiche formulazioni probiotiche;
– ricorrere a meditazione, attività fisica moderata e regolare e a tecniche di respirazione profonda;
– coltivare relazioni positive.
Referenze bibliografiche
Wang, D., Gui, S., Pu, J. et al. PsycGM: a comprehensive database for associations between gut microbiota and psychiatric disorders. Mol Psychiatry. 2025. doi: 10.1038/s41380-025-03000-5
Zhu F, Tu H, Chen T. The Microbiota-Gut-Brain Axis in Depression: The Potential Pathophysiological Mechanisms and Microbiota Combined Antidepression Effect. Nutrients. 2022. doi: 10.3390/nu14102081.
Boggio, C.M.T.; Veronese, F.; Armari, M.; Zavaaro, E.; Esposto, E.; Savoia, P.; Azzimonti, B. The Western Diet and Atopic Dermatitis: The Potential Role of Nutrients, Contaminants, and Additives in Dysbiosis and Epithelial Barrier Dysfunction. Antioxidants 2025. doi: 10.3390/antiox14040386.
Patra SS, Jiang J, Liu J, Steiner G, Jung N, Boor BE. Flame-Free Candles Are Not Pollution-Free: Scented Wax Melts as a Significant Source of Atmospheric Nanoparticles. Environ Sci Technol Lett. 2025. doi: 10.1021/acs.estlett.4c00986.
Giuseppe Cappellano
Per il logo credito a Francesca Oltolina
In foto Barbara Azzimonti
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Dipartimento di Scienze della Salute – Università del Piemonte Orientale
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